Furono gli Arabi a dare il nome di Iscubul a questo sito e nel seicento edificarono il Baglio, termine arabo “bahal” che vuol dire cortile, circondato da poche case addossate, una piazzetta lastricata un abbeveratorio in pietra, e furono gli stessi arabi a ristrutturarvi la tonnara, una volta distrutta la città di Cetaria. Oggi il complesso della Tonnara di Scopello è in disarmo , la pesca de tonno, fatta dalle vecchie tonnare non è più redditizia, ma tutto è rimasto perfettamente funzionante ed efficiente, dal complesso dei magazzini al baglio, dalle abitazioni alle barche ed alle reti: silenti testimoni di un’antica civiltà marinara ormai pressocchè scomparsa in tutta la Sicilia.
Proprio in questo specchio d’acqua è stato realizzato il percorso archeologico “Museo Sommerso”. Su un fondale da i 16 e 18 metri, si possono ammirare colli d’anfora, puntali e frammenti di varie epoche, oltre ad una macina di pietra probabilmente utilizzata come zavorra. I reperti hanno un etichetta di cui è descritta la tipologia e il periodo di appartenenza. Alta, si erge la torre Bennistra (XVI sec.) che sovrasta la verde vallata.
Più su verso la vertigine di Monte Sparagio (1200mt), il Bosco di Scopello, un tempo dimora di cervi, lupi e cinghiali, ricorda le battute di caccia di Ferdinando III di Borbone, che lo elesse a rango di riserva reale. Teatro di vicende storiche, Scopello e il suo territorio sono avvolte da un alone di mistero alimentato dalle leggende e dai racconti dei vecchi del paese.
Palermo è.....
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